BENTORNATO PRESIDENTE
Da sabato 13 aprile A domenica 14 aprile
Sono passati otto anni dalla sua elezione al Quirinale e Peppino Garibaldi vive il suo idillio sui monti con Janis e la piccola Guevara. Peppino non ha dubbi: preferisce la montagna alla campagna... elettorale. Janis, invece, è sempre più insofferente a questa vita troppo tranquilla e soprattutto non riconosce più in lui l'uomo appassionato, di cui si era innamorata, e che voleva cambiare l'Italia. Richiamata al Quirinale, nel momento in cui il Paese è alle prese con la formazione del nuovo governo e appare minacciato da oscuri intrighi, Janis lascia Peppino e torna a Roma con Guevara. Disperato, Peppino non ha scelta: tornare alla politica per riconquistare la donna che ama.
A cinque anni dal successo di Benvenuto Presidente! Peppino Garibaldi torna sugli schermi.
La squadra è cambiata. Alla regia non c'è più Riccardo Milani e Janis non è più Kasia Smutniak. Al loro posto ci sono Giancarlo Fontana, Giuseppe G. Stasi e Sarah Felberbaum. La qualità della proposta resta però immutata. Per diversi motivi. Innanzitutto perché bisogna chiedersi quanti siano gli attori italiani in grado di passare in un battito di ciglia, come Claudio Bisio sa fare, da una totale purezza di sguardo al brillare dell'idea acuta e pungente. Peppino Garibaldi non può non essere così. È come se avesse interiorizzato il monito evangelico: "Siate prudenti come serpenti e semplici come colombe".
La semplicità sta alla base del suo vivere ma sa esercitare all'occorrenza la prudenza astuta del serpente. È quanto gli accade anche in questa occasione. Vuole riconquistare l'amore di Janis e finisce per ritrovarsi al centro di altri interessi, non tutti cristallini, anzi. La materia prima per l'atto secondo è stata fornita a Fabio Bonifacci e Nicola Giuliano (produttore/soggettista in questa occasione) da ciò che è accaduto (e ancora accade) in Italia dal 4 marzo 2018 in poi.
Chiunque possieda whatsapp ha ricevuto in questi mesi fotomontaggi e/o battute che prendevano in giro l'attuale compagine governativa. I sostenitori duri e puri si sono indignati e si indignano. Gli altri (con numeri in progressivo aumento con lo scorrere dei mesi) hanno sorriso e riso. Non è mancata neppure (come deve sempre essere in un paese che voglia restare democratico) la satira televisiva in varie forme. Mancava però un elemento di sintesi, un'occasione per riflettere sul punto in cui siamo e a come ci siamo arrivati.
Questo film ce ne offre l'opportunità con una grande leggerezza che non si separa mai dalla profondità di sguardo. Nella parte che precede l'esito finale si sentono alcuni echi di L'ora legale di Ficarra e Picone con gli italiani sempre pronti a imporre la legalità agli altri, echi che sono peraltro dettati da un ineluttabile dato di fatto.
Tutto l'impianto però è purtroppo aderente a una realtà solo apparentemente trasfigurata dall'ironia. Quando ci viene ricordato che siamo in presenza di venditori di odio porta a porta (e non solo nei confronti dei migranti) ci viene offerta un'occasione per riflettere e non è l'unica perché l'intero film ne è costellato senza mai dimenticare di suscitare la risata.
C'è poi un'ulteriore considerazione da fare: il compito di Presidente del Consiglio, inizialmente scelto perché assolutamente manipolabile, non poteva che essere affidato a lui, a Peppino, cioè a Giuseppe. Provate ad associarlo con un cognome dei vertici della politica reale e il gioco sarà fatto.
ORARI:
Sabato: ore 21:00
Domenica: ore 21:00